domenica 6 novembre 2011

Personaggi in cerca di buonumore (5/n)

Gino

Licia trovò una chitarra a buon prezzo e convinse i fratelli a prenderla insieme per regalarla al padre visto che da una vita sentivano racconti sulla sua giovanile passione per lo strumento.
Così, a Natale, un bel pacco che non entrava sotto l’albero senza destare sospetto, divenne l’oggetto di una caccia al tesoro organizzata durante la consueta apertura dei regali, destinata a condurre Gino fino al salotto dove, sul divano finto barocco, c’era il suo tanto agognato strumento musicale.
Quando Gino prese in mano la chitarra per la prima volta i suoi figli si resero subito conto che la strada verso la musica sarebbe stata lunga e tortuosa, e che i ricordi che egli aveva della sua velleità adolescenziale erano stati filtrati dalla grana finissima del tempo che era intervenuto a coltivare un ego musicale tutt’altro che verosimile, ma Licia, Elena e Federico rimasero ottimisti.
Dopo qualche tempo, coscienziosamente, Gino decise di prendere delle lezioni, ma dopo la seconda o la terza, si ritirò pensando che la sapienza fin lì acquisita, potesse essere sufficiente a farlo vivere di rendita per un po’…
Da lì, il repertorio ha subìto un incremento sostanzioso, ma le parole che il maestro di chitarra aveva proferito sin dalla prima lezione, sostenendo che col “giro di do” si possano accompagnare molte canzoni italiane degli anni ’60 e ’70 vennero interpretate malamente: mentre il maestro si riferiva chiaramente alle varie combinazioni che con gli accordi contenuti nel “giro di do” si possono avere, Gino, pensava di poter accordare ogni motivo (di ogni tempo e luogo) con la progressione fissa (sempre quella), ma con ritmi diversi!
Il risultato è comico, specialmente quando, dopo due anni di studio (che consiste nello strimpellare mattina e sera dei motivi che Gino sente nella sua testa così forte da impedirgli di sentire che non hanno nulla a che vedere col risultato strumentale), chiede al suo pubblico ristretto di parenti: - Riconosci questa canzone? – e la risposta è sempre un farfugliamento imbarazzato, un bofonchiato ni.
Perfino Alda non ha cuore di infrangere i sogni musicali del marito (il che è strano: per tutto il resto infrange, e come!). Gino è inspiegabilmente innamorato di sua moglie: si sono messi insieme alla fine degli anni ’60 ballando insieme ad alcuni matrimoni a cui erano stati invitati entrambi per caso. Lei aveva dimostrato una pudicizia infrangibile, e questo aveva convinto lui a sposare lei piuttosto che un’altra che gliel’avrebbe data con maggiore facilità.

Nessun commento:

Posta un commento