martedì 22 maggio 2012

Quando me ne sarò andata lascerò una macchia di muffa sul posto che ho occupato, a testimonianza di ciò che ho fatto per troppo tempo...

mercoledì 16 maggio 2012

Iniziare dalla fine


Alla FINE del nostro girare VOGLIO una libreria!
Sì: chilometri di mensole dove possano trovare collocazione tutti i nostri libri, un posto unico dove finalmente andare a cercare e - DI SICURO - trovare, senza pensare “… dove sarà quel libro? A casa dei tuoi? A casa dei miei? Forse s’è perso durante l’ultimo trasloco”…

Iniziare dalla fine ha i suoi vantaggi.
Dopo il trasferimento nella Ridente avevo perso dimestichezza con la Suadente, con i suoi vicoli rossi e caldi, con i suoi portici dal suolo ondulato, con i sesti acuti, con il transetto abortito che guarda negli occhi la ragione per cui non è potuto crescere, con la “guagliunera” che riempie-colora-rumora-sporca-arricchisce il centro, con le torri, le osterie…
La prima volta che l’avevo vista ne avevo avuto paura: era scura, c’erano gli autobus urbani e strani ragazzi che bevano birra seduti per terra, cacche di cane ovunque, e qualcosa mi turbava, anche perché all'epoca la mia era una tranquilla vita di paese, e andare a trovare mio fratello in quella città era qualcosa di nuovo, e le cose nuove, per quanto belle, mi inquietano sempre.
Dopo sei anni mi ci sono trasferita anch’io, e l’impatto è stato ben diverso perché ero già abituata a stare in città (anche se in una città differente), ero cresciuta e l’ho apprezzata, sì, ma non quanto l’ho apprezzata una volta che l’ho lasciata per una questione di “interesse”, né quanto l’apprezzo ora. Bisognava cominciare dalla fine per riappropriarsi di queste cose, bisognava guardarle con gli occhi di chi sa che deve lasciarle e - a ritroso - ci sono tornata in mezzo.

A leggere un blog si inizia dalla fine: ti avventuri nella lettura dell’ultimo post e se ti piace procedi a ritroso per scoprire di più. Puoi anche fare dei salti, cercare direttamente il primo post per comprendere la genesi, ma normalmente è all’indietro che vai - come un granchio - e diventi amico di chi sta dall’altra parte della tastiera, come te; che ama le parole, come te. "Cantanti senza pubblico" o super-letti e condivisi, con nonne che assomigliano alla tua, pieni dei tuoi stessi “io vorrei… non vorrei… ma se vuoi…”, oppure proprio su un altro pianeta…

Da qualche parte si deve pur cominciare, anche dalla fine, dai ringraziamenti di una tesi, se necessario:

[…] Dopo aver ringraziato tutti coloro che, sotto varie forme, hanno dato il nutrimento alla mia tesi, ringrazio ora, e di vero cuore, coloro che hanno sostentato il mio corpo finora e che, ahimè, continueranno a nutrirlo finché non potrò vivere del mio lavoro: i miei genitori G. e S., che si sono fidati di me non ostacolandomi nello studio e che si sono forzatamente e a malincuore abituati ad avermi lontana e a dare/avere tanto affetto telefonico. Ringrazio mia nonna C., attenta fino all’asfissia al mio ritmo di studio e alla mia media; E., fondatrice (e unica iscritta) del mio fans-club, “orecchio assoluto” dei miei lamenti di varia natura e “fornitrice ufficiale di D.”, mio personalissimo yes man; F. e T., che mi hanno svezzato con odori, sapori, musiche, effetti speciali, calore umano e altre meraviglie bolognesi… N., con la quale abbiamo superato ogni distanza fisica per edificare una variopinta casa di cartone mentale dove ogni mattina ci svegliamo sorridendo e chiacchieriamo sorseggiando caffè.
L., comprensiva e sensibile voce della mia coscienza, buona e decisa colonna sonora e colonna portante dei miei giorni, che con pazienza e amore, tra mille ramanzine, mi hai fatto superare l’inettitudine e l’inquietudine conducendomi per mano fin qui [...] 

Ma, a volte iniziare dalla fine è un errore fatale: si edificano palazzi pieni di tutto, si chiama l’interiors designer (fa più figo di “arredatore di interni”, no?), ma alla prima botta di vento crolla tutto, e l’interiors designer inciampa sul tappeto persiano, si incastra nell’istallazione postmoderna, gli cade in testa il lampadario di Murano e rimane sotto le macerie perché nella foga ci si era dimenticati un dettaglio: le fondamenta.

sabato 12 maggio 2012

Amor y gatos (piano)

12 de mayo 2012
Querido diario de clase,

   
¿
qué quieres que te diga?
El curso de español aquí en el CILTA se está acabando, entonces te puedo hablar de mi historia de amor con este idioma...
El español entra y sale de mi vida desde hace mucho tiempo: empecé a estudiarlo en el grado, por curiosidad y porque me daba mucha alegría; durante la licenciatura lo elegí otra vez porque ya estaba enamorada de "él", y cuando pensaba que esta relación peligrosa había terminado, mi "amor lingüístico" volvió, era marzo, y ahora, tal ves, lo seguiré hasta la Universidad de San Antonio, en Texas, donde mi "verdadero" novio ha ganado una beca por una maestría y yo, TENGO QUE ganarla también, por amor de él, de otro amor, y de mi misma.
¡Espero que, como la ultima clase de Español en el CILTA será el día de San Antonio, San Antonio pueda ayudarme en esta aventura en San Antonio! y, como la chica de la lectura de ayer escribió al consultorio sentimental de la revista para pedir consejos sobre su futuro, yo también los pido a vosotros: ¡aquí, pero, no es "amor y perroflauta" como dijo Luís, sino "amor y gatopiano"!
Pondré este relato en mi blog: si os gusta podéis poner un comentario en www.mignoloblu.blogspot.it.

¡Gracias a Yol, y gracias a todos... ha sido maravilloso!

P.S. Perdone la gramática, el montón de tildes que faltan, y a lo mejor las licencias poéticas.


sabato 5 maggio 2012

Nice to read you


“Vedi Napoli e poi muori”


Vedila bene però, attraverso gli occhi di chi la ama come si ama un figlio bellissimo, intelligente, affettuoso, che però a un certo punto è cambiato, ha preso cattive strade e si è perso...

Leggi Antonio Menna: i post cronachistici, i post narrativi, il post evolutosi in libro, il racconto che sposta la lente di ingrandimento su un personaggio difficile che ha “gli occhi rossi e le palle quadrate”…
Menna usa la scrittura come un fendente che fa male, fino alla morte, come una piuma che fa rabbrividire, come una mano calda su un cuore che batte all’impazzata; leggerlo è come andare su una bicicletta senza freni, in discesa: puoi romperti tutto, o farti solo qualche graffio, ma la sensazione di quella corsa è qualcosa che ti tornerà in mente finché avrai vita.
Che tu sia d’accordo o no con tutto quello che scrive, che tu conosca o no i suoi luoghi, c’è sempre qualcosa che ti crea il vuoto intorno mentre lo stai leggendo: del resto non è necessario conoscere e amare Paganini per capire che la quarta variazione di Brahms è perfetta.

giovedì 3 maggio 2012

Fastidioso come lo scottex che mi mettevano da piccola tra la pelle e la maglietta quando sudavo


tuu tuu

- Segreteria di Lettere
- Buongiorno, mi chiamo Mignolo Blu e mi sono specializzata nel 2010 presso il vostro Ateneo
- Sì
- Avrei bisogno del Diploma Supplement perché mi sono iscritta a un Master negli Stati Uniti e l’università me lo richiede
- Va bene, allora mi invii una richiesta via e-mail con tutti i suoi dati e le informazioni relative al suo corso di studi e noi produrremo il DS prima possibile
- Ah! Perfetto
- Non dimentichi di scrivere anche l’indirizzo a cui si deve inviare
- D’accordo, grazie mille
- Si immagini. La saluto
- Buona giornata

***

tututututututututu
tututututututututu
tututututututututu
tututututututututu
tuu tuu tuu tuu tuu tuu tuu tuu 
...
tuu tuu

- Pronto
- Segreteria di Lettere?
- Si
- Buongiorno, mi chiamo Mignolo Blu e mi sono laureata nel 2006 presso il vostro Ateneo
- Attenda
(Musica, Vivaldi: inverno, primavera, estate, autunno, mezze stagioni) tututututu

***

tuu tuu tuu

- Pronto
- Ho chiamato prima ed è caduta la linea: le stavo dicendo che mi sono laureata nel 2006 da voi
- Ah, sì
- Avrei bisogno del Diploma Supplement perché mi sono iscritta a un Master negli Stati Uniti e l’università me lo richiede
- (Arazio, aspè, uora ni pigghiammu n’cafè) Sì, no, non ne facciamo
- Come non ne fate? Ma tutte le università lo fanno!
- Si ma al massimo per l’Italia...
- Mmm, ma il Supplement non ha alcuna utilità in Italia
- Si ma di queste cose qua se ne fanno una l’anno… signora lei può fare una richiesta con la marca da bollo, e la potta, e poi si vede
- Ma abito nella Ridente, posso mandarla via e-mail o via fax?
- No, con la raccomandata
- Ah, va bene, e quanto passa?
- Signora che ne so? Ma a lei chi gliel’ha dato il mio numero?
- Eh eh... il suo è un ufficio pubblico e esiste la pagina contatti sul portale dell’Università. Comunque, io non capisco perché nella Suadente nel giro di pochissimo tempo hanno fatto e spedito il mio Supplement, gratis, e lì…
- Signora, non siamo nella Suadente: qua se lei è fottunata che qualcuno glielo fa non è che poi lo spedisce! Mica è colpa mia se lei se ne deve andare in America.
- (Temo di sì, temo sia proprio per quelli che occupano indebitamente un posto di lavoro come te che ìu alliccu a sadda) Senta, ma almeno me lo potete mettere in una busta intestata dell’università e poi lo spedisco io?
- Non ne abbiamo buste
- (!?!) Sto andando a fare la raccomandata e la richiamo quando vedo che l’ha ricevuta, va bene?
- Uocchei, buon lavoro signora! (Araziooo) tu tu tu tu
- ('O caca!)

 
Per completezza di informazione mi preme scrivere che c'è stato un lieto fine: non so, forse un utente un po' alticcio si trovava a passare dall'ufficio e, approfittando della temporanea assenza dell'impiegato addetto, ha pensato bene di rispondere al telefono che ormai squillava da tempo... forse è andata proprio così, perché l'indomani allo stesso numero mi ha risposto un sant'uomo che sapeva tutto e mi ha sbrigato la pratica in due giorni!