domenica 15 novembre 2015

Raccolta indifferenziata di odio

Sono costipata di parole, ne ho in mente talmente tante, su tanti di quegli argomenti che si sono accumulati negli ultimi tempi, che davvero non riesco a proferirle. Parole piccole per problemi grandi e parole grandi per problemi piccoli: esclamazioni, costernazioni, prime e seconde impressioni, esagerazioni e stupende emozioni.
Ieri è stato un giorno strano, sarebbe stato il compleanno della nonna Concettina, e appena ho aperto un occhio per spegnere la sveglia del cellulare, ho appreso una notizia talmente bella che non voglio nemmeno commentare. Poi la lezione "osservata" dal mio professore di pedagogia è andata, a suo dire, splendidamente. Tornata a casa ho parlato con mia madre dopo molti giorni. Mi sono andata a preparare per andare al concerto della Cleveland Orchestra, visto che l'anno scorso ci aveva impressionato e quest'anno siamo riusciti ad avere i biglietti gratis, e mentre aspettavo L. per andare a prendere la metro, ho visto dei post su FB su quello che era accaduto e stava accadendo a Parigi. Siamo andati al concerto e guardato le notizie sul cellulare durante l'intervallo, e poi quando siamo tornati a casa. Quando sono andata a letto ho formulato diversi pensieri, belli e brutti. Quelli brutti erano essenzialmente due:
- quello che è successo a Parigi è terribile e terrificante;
- quello che è successo a Parigi, quando domattina mi sveglierò, avrà generato su Facebook talmente tanto pattume, pensieri di pace in persone che non sanno mantenere la pace neanche dentro le loro famiglie, pensieri profondi in gente rinomata per i propri stati assolutamente privi di spessore, munnezza, raccolta indifferenziata di odio per un credo religioso, all inclusive. Ho pensato che dai bassifondi del pensiero si sarebbe erto un monumento al qualunq-patetismo furente, e avevo ragione. E stamattina ho avuto doppia pena per Parigi.

---

Per il resto (per la cronaca blu) tutto procede nel meno inaccettabile modo possibile (uso questa circonlocuzione perché non mi va di sottoporre la parola "bene" a questa violenza) e passato, presente e futuro si fondono per dare forma a ciò che mi manca, ciò che non mi piace sentirmi dire, e ciò che non vorrò fare. Bene, dalla cima di tutta questa energia vitale, lascio il computer - al quale dovrei stare di più per fare cose più costruttive ai fini del "job market" (parola nauseabonda, isn't it?), che usare FB, Netflix e Blogger - per dedicarmi alla pulizia della casa e alla preparazione degli unici due ingredienti che sono rimasti in frigo dal lontano 24 ottobre, quando abbiamo fatto la spesa l'ultima volta. Domani è un altro giorno e si studierà (e farò quella che si annuncia essere l'ultima spesa del 2015 insieme a una tra le tante lavatrici degli orrori prima che il 2016 abbia inizio).

P.S. Abbiamo anche preso le lucine natalizie per la finestra, e no perché ci stiamo americanizzando anticipando tutte le festività - come qualcuno ha insinuato - ma perché abbiamo un forte bisogno di visualizzare qualcosa di festivo...

So long!