martedì 24 ottobre 2017

Quella brava gente smemorata

Ieri la presentazione di Giuseppe Catozzella è stata intensa e stimolante! Mi ha fatto pensare a quanto inutile appaia iniziare una conversazione con persone che non vogliono capire, ma mi ha fatto riflettere sul fatto che questo è uno dei pochi modi che abbiamo per sconfiggere l'ignoranza. Rinfrescando la memoria di coloro che la perdono ad ogni occasione. Come quegli italiani del sud che non ricordano che erano (a volte sono ancora) loro ad essere chiamati "sporchi", "ignoranti", "degenerati", "maniaci sessuali", "ladri". O quegli americani descritti da John Steinbeck che ora non si vergognano di definire "l'altro" nello stesso modo in cui sono stati definiti (anche se era "da paesano a paesano"):
Nell'Ovest si diffuse il panico di fronte al moltiplicarsi degli emigranti sulle strade. Uomini che avevano proprietà temettero per le loro proprietà. Uomini che non avevano mai conosciuto la fame videro gli occhi degli affamati. Uomini che non avevano mai desiderato niente videro la vampa del desiderio negli occhi degli emigranti. E gli uomini delle città e quelli dei ricchi sobborghi agrari si allearono per difendersi a vicenda; e si convinsero a vicenda che loro erano buoni e che gli invasori erano cattivi, come fa ogni uomo prima di andare a combatterne un altro. Dicevano: Quei maledetti Okie sono sporchi e ignoranti. Sono maniaci sessuali, sono degenerati. Quei maledetti Okie sono ladri. Rubano qualsiasi cosa. Non hanno il senso della proprietà. E su quest'ultima cosa avevano ragione, perché come può un uomo senza proprietà conoscere l'ansia della proprietà? E i difensori dissero: Sono sporchi, portano malattie. Non possiamo lasciarli entrare nelle scuole. Sono stranieri. Ti piacerebbe veder uscire tua sorella con uno di quelli?
Quindi, probabilmente, la prossima volta che vedo qualcuno pubblicare/dire la cazzate dei 35 euro al giorno (e affini), mi prenderò il tempo per spiegare quali sono le NOSTRE incommensurabili colpe. 

lunedì 16 ottobre 2017

#metoo

Il fratello maggiore della tua compagna di classe che mentre torni da scuola ti tira su la gonna per goliardia; il teppistello di turno che per carnevale ti riempie la faccia di schiuma per metterti una mano sul culo perché a carnevale ogni scherzo vale; l'adulto viscido che con "galanteria" e mani lunghe ci prova ripetutamente anche se hai 13 anni e già solo per questo i tuoi "no" gli suonano meno convincenti di un ceffone ben assestato magari da una sua coetanea; il maiale che si fa una sega alla fermata dell'autobus accanto a te... nessuna di queste è un'"aggressione sessuale" in piena regola, ma ognuno di questi casi giustificherebbe il #metoo che in queste ore sta dilagando su internet. Questo hashtag non mi disturba affatto, non è una rimostranza fine a se stessa come se ne vedono troppe. Questo hashtag, invece, può dare l'idea di quanto radicata sia l'idea di ragazzata innocua, del "niente ci fa", che sminuisce il fastidio (nel migliore dei casi) che una bambina/ragazza/donna può provare davanti a certe libertà che alcuni maschi si prendono solo perché hanno un pisello e due palle (nel migliore dei casi).