sabato 31 marzo 2012

20 passi verso il cesso

/Stessa storia, stesso posto, stesso bar… e che è ‘sto bar? Un ricettacolo di gente assurda?/

Ho davanti il mio caffè, stavolta shakerato /fa caldo/ e le fotocopie: sono intenta nella lettura quando con la coda dell’occhio noto che una persona sopraggiunge fino a fermarsi ad una distanza eccessivamente ridotta da me. Alzo lo sguardo.

- Mi dica.
- Vorrei la sua sedia, sto aspettando il mio ‘moroso!

/nel senso che non paga l’affitto?/

È bionda, non è brutta, ma è strana: sarà sulla cinquantina, ha il rossetto rosa shock fuori dai bordi, i tacchi a spillo, i pantaloni attillati e la maglietta stretta e corta dai quali fa capolino una “panza” che mi fa sospettare uno stato interessante.

/Perché mai vorrà proprio la sedia su cui ho poggiato la mia giacca con tutte quelle libere che ci stanno intorno? [...] Figurati se questa aspetta un fidanzato!/

Tolgo la giacca dalla sedia e me la poggio sulle ginocchia.

- Grazie!
- Si figuri...

La Venere si siede accanto a me e inizia una telefonata con una sua amica con la quale parla tanto forte che perfino il Nettuno in piazza sa i fatti suoi.
Cerco di concentrarmi su Sauer, la Berkeley, il cultural turn, e questa parla, urla, gesticola.

- Ma vieni qua, valà! /forze uguali e contrarie/ e mi racconti tutto… ma hai detto che ti ci ho mandato io? Ma hai fatto il pacchetto drenante? Ma come, vai a Saturnia per fare solo i massaggi? /quanto t’ho pensato Niccolò/ Ma te sei scema!?

Parla di cose da ricchi e tutto quello che dice contraddice i modi con cui le parole escono dalla sua fogna.
A un certo punto chiude e fa un cenno con la mano a qualcuno a venti passi da lei.

/Ma allora ce l’ha davvero il ragazzo? Pazzesco!!!/

Vedo avvicinare un uomo alto un metro e quaranta, con lunghi e ondulati capelli unti coperti da una bandana, un giubbino di jeans coperto da un gilet trapuntato e degli stivali da cowboy con tanto di speroni; lasciando una scia di Mennen si viene a sedere accanto alla sua bella e tira fuori un chilometro di lingua per salutarla.

/*ì_+^°§/

Io bevo il mio caffè e leggo, anzi, a questo punto sto già fingendo e prendo appunti sullo scontrino per questo post.

- Amore stasera voglio un carpaccino o una tartare, lo fai tu che io mi devo fare una maschera al cetriolo?

Il Nettuno sghignazza allegramente.

- ‘Scolta, poi dobbiamo vedere quel film bellissimo, che ha vinto gli Oscar e l’hanno visto tutti, con quell’attore morto, poveretto, come si chiama? Pep Swè!

Cosgrove, Birmingham, Duncan possono attendere…

- Sai che la Vanna m’ha detto che su questo telefono posso usare Scaip? Però mi manca la foto: me la fai adesso?

L’Adone inizia a prendere la mira e lei a provare pose plastiche.
Io colgo i loro movimenti ma non posso girarmi a guardarli, quando decido di andare a studiare da un’altra parte, mi alzo per mettere la giacca e nella torsione riesco a vedere bene cosa stanno facendo: lui mette a fuoco l’immagine al di là dell’obiettivo della fotocamera del telefonino di ultima generazione, mentre lei, dall’altra parte, gli tiene ferma la fototessera di una giovane e avvenente donna!

Il grande quesito di tutta la mia vita è sempre lo stesso: CUR?

sabato 24 marzo 2012

20 passi verso il successo

Che culo!
Quante probabilità c’erano di capitare a sedere accanto a due individui pittoreschi al bar e sentire i loro discorsi? In realtà, in Italia, tante, visto che sono due tipologie frequentemente riscontrabili nel Bel Paese.

Benvenuto nella nostra grande famiglia, ti stavamo aspettando da un pezzo!!! Tu adesso sei un distributore FitoFito!
Qui c'è tutto: spilla, cartelletta, borsa, manuale… perfino il videogame dei prodotti! L'ha fatto uno scienziato bravissimo!
Sai quant'è difficile aprire un'attività all’estero? Ma adesso puoi perché questi sono prodotti internazionali!
È importante fare una colazione equilibrata….
Firma qui... Firma qui… Qui e qui.

Questo dice il minchione n. 1 (giacca e cravatta).
Il n. 2 (sopracciglia molto molto definite):

Quindi torno a scuola!?!? Questo lo inizio a leggere stasera…
 uQ
E l'altro:

I giocatori più forti del mondo usano i prodotti FitoFito, e anche i Premi Nobel!(?)
Guarda questo: è fantastico…

E mostra una montagna di carta impunemente sottratta ai bidoni blu dell'Hera, che reca il titolo "20 passi verso il succeso"!
E pensare che poco prima mi ero entusiasmata per una deliziosa mostra in atto nella piazza coperta verso cui si affaccia anche questo bar: una piccola mostra sul libro illustrato intitolata Ad occhi aperti.

Minchia! Cosa odono le mie orecchie?

Si inizia con 1500 euro al mese, lavorando part-time, e dopo pochi mesi si arriva a quadruplicare la paga!!! 

Ma che campo a fare? Perché non ci ho pensato prima a diventare distributore FitFito?? Altro che perdere tempo a studiare le lingue, fare concorsi, inserirmi in graduatorie…
L’ALOE VERA è il futuro!!!

... illustrazioni come quelle che trovavo in alcuni libri da bambina, anche nel libro di lettura, e mi catturavano più delle parole: figure tondeggianti, colorate, senza profondità e con pochi tratti distintivi. Le ho riviste oggi e mi è venuto uno di quei tuffi al cuore che non si possono definire che con esempi…

Mi piace 'sta valigetta qua!

È tosta! Metti sempre anche la spilletta, mi raccomando!

… tuffi al cuore come i primi giorni di settembre, quando arrivavano i testi e il cartolibraio telefonava per dire di andarli a prendere, e io li spacchettavo e me li sniffavo.
Tuffi al cuore come l'attesa dopo aver composto il lungo codice della scheda telefonica internazionale e il numero, come la visione dell'Adorazione dei Magi di Leonardo, come il Van Gogh Museum, come il primo di Brahms e il secondo di Rachmaninov, come la versione di latino fatta bene, come le lezioni di spagnolo, come il dottore che esce da una porta e dice che è andato tutto bene.
Tuffi al cuore come le passeggiate in moto di una primavera lontanissima, come una sedia a dondolo davanti all'Etna in una notte d’estate al pistacchio, come pic-nic creativi e pomeridiani cappuccini ragusani, come le nutrie.
Tuffi al cuore come notti insonni di un ragazzino che vuole dormire con la vecchia zia nonostante russi...

Mannaggia! Minchione n. 1 e minchione n. 2 vanno via: l’uno troppo pieno di sé per vedere il pieno di illusioni che ha pompato dentro la testa totalmente vuota di quell’altro.

Tuffi al cuore come: "Oh Dio, mio padre mi scopre col ciuccio"!
Tuffi al cuore come: "Oh Dio, mio padre mi scopre in Olanda"!
Tuffi al cuore come: "Oh Dio, mio padre mi scopre..."!
Tuffi al cuore come Bohemian Rhapsody, come Tutta la vita d’avanti, come Se Steve Jobs fosse nato a Napoli.
Tuffi al cuore come il bagno di notte in una spiaggia nera anche di giorno, come Pietro Moroni, come il treno che si lasciava alle spalle il mare, il porto, i vecchi che giocavano a carte, come questa città che puzza di pipì (o peggio), ma ha colori, scorci e raggruppamenti umani impareggiabili.
Tuffi al cuore come la proclamazione: in nome della legge ti dichiaro dottoressissima!!! Viva vivaaaa!!!
Ne ho viste un sacco oggi "capuzzelle" coronate d’alloro, ignare delle loro prossime geremiadi e di tutte le volte che faranno INVIA INVIA INVIA… AGGIORNA AGGIORNA AGGIORNA… e al posto di risposte legittime troveranno newsletter di Feltrinelli, Hoepli, Libreria Universitaria, Groupon, Groupalia… FitoFito?!?!

venerdì 23 marzo 2012

Tertulia de mujeres

Oggi è il 125° anniversario della nascita di Juan Gris - importante rappresentate del Cubismo - e proprio ieri sera, il nostro artista spagnolo ha avuto un bel regalo "col nastro rosa": presso la sede di Hispania Asociación Cultural di Bologna, si è svolta la conferenza intitolata Fuori dall'ordine - Le artiste nell'avanguardia spagnola condotta dalla storica dell'Arte Modesta Di Paola, ricercatrice dell'Università di Barcellona, che ha "inchiodato alle sedie" l’uditorio parlando di alcune eccezionali donne e artiste, che nel primo terzo del XX secolo hanno dato un contributo fondamentale alle correnti che in quegli anni si sviluppavano intorno a loro.
Donne che la società non avrebbe voluto pittrici, donne libere ma per troppi anni consegnate all’oblio, che hanno assorbito e rielaborato stili, ci restituiscono testimonianze di partecipazione a una vita culturale di cui erano parte integrante.
Modesta Di Paola, con un coinvolgimento empatico che ha trasmesso ai presenti, ha raccontato vite e opere, narrato colori, gesti e follie di queste artiste extra-ordinarie.
 
¡Feliz Cumpleaños Juan!


Ángeles Santos Torroella,
Bozzetto per "Un mundo", 1929





















sabato 17 marzo 2012

Una canción triste oculta por un ritmo alegre: la vecchia imbellettata di Pirandello (grazie Yol!)

Quemaron todas las naves
para iniciar una nueva vida
pagaron cara la llave
falsa de la tierra prometida.
Pero, en lugar del Caribe,
con su bachata, con sus palmeras,
la madre patria recibe
al inmigrante por peteneras.

Y no es bona Barcelona
cuando la bolsa, primo, no sona
y gana el cholo en Madrid
menos que un perro sin pedigrí,
y el mestizo por Sevilla,
va dando cantes por pesadillas,
y, si dos vascos atracan
a un farmacéutico en Vigo
jura el testigo que eran sudacas.

Y cada fin de semana
tiran la casa por la ventana
marcándose un agarrado
en El Café del Mercado
que no es lo mismo que el Tropicana.

Se matan haciendo camas,
vendiendo besos, lustrando suelos,
si pica el hambre en la rama
la tortolita levanta el vuelo.

Y, en plazoletas y cines,
por un jergón y un plato de sopa,
con una alfombra y un Kleenex
le sacan brillo al culo de Europa.

Y, el cuerpo de policía
viene con leyes de extranjería
y, al moro de la patera,
le corta el rollo una patrullera,
y, al mulato sabrosón,
le dan en toda la inquisición,
y, al gitanito, la ola
malaje y paya le quema
el tejadillo de la chabola.

Y cada fin de semana
tiran la casa por la ventana
chilabas y desayuno
de kifi con té moruno
y escriben cartas a la sultana.

Y cada fin de semana
con sus caderas dominicanas,
compadre, una guarachita,
candomde, samba o rumbita...
¿o es que nunca estuvo en la Habana?

Y el coreano currela
vendiendo rollos de plimavela,
y, en bares porno el paquete
de guineano cuesta un billete,
y, al almacén del judío,
van seis niñatos buscando lío,
y el ingeniero polaco
que vino huyendo del frío
ya es mayordomo del tío del saco.

Y cada fin de semana
tiran la casa por la ventana
y, mientras planchan un traje,
su corazón de viaje
se va cantando La Varsoviana.

Y cada fin de semana
queda el negrito
con la ucraniana,
y bailan polca y pasito,
y soplan vodka y mojito
y vuelven trompas por la mañana.


giovedì 15 marzo 2012

Estate

in bilico
tra tutti i miei vorrei
non sento più
quell’insensata voglia
di equilibrio
che mi lascia qui
sul filo di un rasoio
a disegnar
capriole
che a mezz’aria
mai farò

L'estate sta arrivando: me lo dicono le ventate di freddo sprecato che negozi a bassissimo rispetto per l'ambiente iniziano a sparare, lo schiarirsi delle macchie sul soffitto, i piedi nudi sul pavimento, le insalatone, i panni stesi finalmente fuori e non "azzeccati" al termosifone, il sole cha la mattina inonda questa stanza fino a rendermi invisibile la scrittura sul computer, i pesciolini d’argento che sbucano dagli infissi vecchissimi, dai battiscopa, da dietro i mobili... i ciclamini pieni di vita sul davanzale, il giubottino grigio uguale a quello di Spotless Mind, il letto di legno che si gonfia col caldo e cigola a ogni movimento, questa casa che passa da troppo fredda a troppo calda.
La lasceremo, qualunque sarà l'esito di ciò per cui stiamo lavorando (tu) e sperando (io), dovunque andremo (o resteremo), lasceremo questa casa, e - non avrei mai pensato di dirlo -  mi mancherà! Non per quello che è (figurarsi!), ma per ciò che ha rappresentato per noi.
La Ridente e i ridentesi non mi mancherebbero affatto: la regione, la cucina, e certi ricordi mangerecci che hanno in sé tutto un mondo di "bolliscine" piene di significati, con persone più che care, questo sì che mi mancherebbe!
Quando andai via dalla Sicilia, uditivamente, mi mancava il frastuono del traffico fuori dalla finestra... e ancora prima, quando dall'Insufficente mi spostai in città, mi mancava il rumore di una terna Fai che accellerava in salita e avvicinandosi mi annunciava che la tardiva ora di pranzo era arrivata.
Qui troppo silenzio quando ci dovrebbe essere rumore, troppo rumore quando ci dovrebbe essere silenzio, e qualche sparuto e stridulo "scialuto" dalla strada!
Di questa casa mi mancherà il divano pre-nanna, i telefilm americani in lingua originale (PRACTICE - PRACTICE - PRACTICE), il piano scordato (PRACTICE - PRACTICE - PRACTICE), le foto appese al muro, la birra in frigo, gli ospiti... ma tutte queste cose non hanno nulla a che fare con l'abitazione, sono riti, oggetti, che qui hanno avuto luogo: un luogo finalmente solo "nostro"!
Le scale non mi mancheranno: per troppo tempo ho imprecato con una busta d'acqua appesa a una mano e il bagaglio da stiva a un'altra pensando a un ascensore, una carrucola, una corda!

in bilico
tra santi che
non pagano
e tanto il tempo
passa e passerai

martedì 13 marzo 2012

E figl' so' piezz' e core

Lo scorso sabato al MIC, dopo una lunga gestazione, è venuta alla luce una creatura: assomiglia ai suoi genitori (misti), pesa parecchi chili, misura moltissimi centimetri e gode di ottima salute.
È figlia di un sapere antico, di nonne, mamme, sorelle, zie... ha in sé ricordi remoti di chiacchiere intorno a focolari, preparazioni di corredi, viaggi in treno, ma strizza l'occhio alla contemporaneità perché possiede parti post-moderne come le “protuberanze” di kusamiana memoria.


La creatura è nata con un parto cesareo (ci sono voluti i ferri!), è bellissima e ora tutti possono vederla. Si chiama Knitting Relay e aspetta già una sorellina!
Auguri :D

giovedì 8 marzo 2012

C'era una volta Ὀδυσσεύς: bello di fama e di sventura

Ho mangiato per strada la mia caprese dentro il pane che sa di legna, fuoco e cenere. Ho lasciato al mio passaggio migliaia di briciole e di pensieri, ma non sono Pollicino.
Mi piace lavare i piatti e pulire il bagno, la carrozza la uso solo per andare a fare la spesa, per il resto preferisco la zucca e i topini. Le scarpe di cristallo le reputo scomode: non sono Cenerentola.
Se attacco un bottone mi pungo mille volte, e anche quando il mio principe mi bacia, se ho sonno, continuo a dormire. Non sono la bella addormentata.
Alle recite delle elementari imparavo la parte di tutti (per il mio innato talento nel dire minchiate) ma finivo sempre col fare la strega.
A carnevale una volta mi vestirono da Biancaneve: avevo i capelli perfetti per questo personaggio, scuri e a caschetto, ma mia madre mi costrinse ad indossare una parrucca smessa di Moira Orfei, che mi copriva le orecchie e mi causava un fastidioso prurito su tutta la testa. L’assurdo copricapo serviva a non farmi prendere colpi d’aria, e per la stessa ragione, sotto a ogni mio vestito carnascialesco (accuratamente cucito due/tre taglie in più della mia) tenevo vari pigiami! Il risultato era che un giorno sì e un giorno sempre ero raffreddata, con l’otite e febbricitante, perché appena entravo in un luogo chiuso o mi muovevo un po' sudavo... come sudavo!
Simpatizzo per gli animali in quanto tali, odio i padroni che li trasportano sotto l’ascella, sulla spalla, nella borsa e in ridicole carrozzine apposite. Non sono Crudelia Demon.

Però conosco un eroe che non ha corrispondenti fiabeschi, ma mitologici: un novello Ulisse...

Tre volte il fé girar con tutte l'acque;
a la quarta levar la poppa in suso
e la prora ire in giù, com'altrui piacque,

infin che 'l mar fu sovra noi richiuso.


... e quando mi lancia la coda mi arrampico!!!