martedì 20 novembre 2012

Dream that you died

Nella Giornata Mondiale dell'Infanzia mi è venuto in mente quanto sia difficile crescere.

non si muore solo morendo.
avevo un'amica una volta, che per ingraziarsi la mia fiducia (che per una serie di vicende stava perdendo) ha pensato bene di inventarsi ed interpretare un gran dramma, e io mi sono molto depressa per lei a quel proposito: fumavo (ma questa era una scusa, in realtà quando fumi non c'è mai un motivo vero, solo scuse, è per questo che l'ultima cosa che ti serve quando smetti di fumare è una scusa), mangiavo di meno, insomma ero empatica con quella che consideravo la mia migliore amica... poi ho scoperto che il dramma era una grossa bugia e che lei con la sua faccia d'angelo mi aveva solo presa in giro, approfittandosi delle mie debolezze da normale adolescente.
non si muore solo morendo.
è difficile crescere bene, e non dipende necessariamente dai tuoi trascorsi parentali. è difficile e basta. la normalità cattiva è in agguato, e quando ti priva della normalità buona puoi iniziare a preoccuparti: se hai troppa libertà non la sai gestire, e se ne hai poca hai sempre bisogno di trasgredire, e qualunque cosa ti dicano gli over 30 ti sembra bigotto e superfluo. è difficile se sei un genio, è difficile se sei un cretino, è difficile se sei una sana via di mezzo.
non si muore solo morendo.
per anni ho sognato la morte (più o meno truculenta) di una persona a me cara - una tra le più care - e ora ho realizzato che non si trattava di mera rappresentazione di quella paura, ma di un'altra: non della morte fisica, ma della morte di un feeling, della morte di un rapporto speciale fatto di idee affini e comprensioni profonde. la realizzazione di quell'incubo sarebbe un incubo a sua volta: sentirsi scivolare dalle mani qualcosa che prima ti apparteneva è immobilizzante, come la morte.
non si muore solo morendo.

"Dream that you died
It takes you out of your mind
The black walls of space
Take me all the way"

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