martedì 25 ottobre 2011

Personaggi in cerca di buonumore (4/n)

Francesco
03/10/1916 ~ 25/10/2004

Era un uomo semplice e umile, con tutto ciò che di positivo implicano queste qualità.
Era un contadino che ha lavorato tutta la vita con amore per la terra e i suoi frutti, con rispetto per la natura e tutti gli esseri che ne fanno parte, dai più umili a quello che si pregia di essere l’essere superiore.
Un’esistenza difficile vissuta tra stenti e gioie d’altri tempi, ricordi in bianco e nero di campi dorati, di giorni in cui ci s’inventava lavori nuovi per tirare avanti, comprare un vestito buono che non fosse per tutta la vita come il matrimonio, che non fosse quello del matrimonio; quando il lavoro era sacro, e anche il mulo che dormiva con gli uomini; quand’erano altri i “concetti” di festa, fame, amore, lavoro, pane, sacrificio.
Ha amato e rispettato il suo prossimo, e chiunque l’ha conosciuto può dire di conservare un bel ricordo di lui, che è stato: disponibile, sensibile, altruista, generoso senza pretese di contraccambio, vegano quando non era ancora un'utile moda esserlo, spiritoso finché la sofferenza gliel’ha permesso.
Se n’è andato lasciando due tipi di vuoto: il vuoto che lascia ognuno morendo, e un vuoto generazionale incolmabile, perché non potendoci più essere condizioni di vita come le sue, non ci saranno più vite come la sua, e neanche i figli sapranno assomigliare ai loro genitori, così i nostri figli non saranno fortunati come lo siamo stati noi.
La sua “filosofia” antica eppure tanto moderna, le sue espressioni, e i suoi modi di dire resteranno sempre nei cuori della sua famiglia, che gli sopravvive con la certezza che le sue sofferenze siano cessate e che sia in pace in un qualche nirvana che somigli a Pantelleria.

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