domenica 2 settembre 2012

Il pollo del mare

Lo so, è vergognoso: con tutte le cose che devo fare in questo lungo week end [lunedì - grazie a Dio - è il Labor Day (ma io, oltre ad attività pseudo-casalinghe, devo studiare come spiegare ai ragazzi americani la grammatica spagnola in inglese :-O)] ho il coraggio di starmene seduta a scrivere!? Sì.
Intanto perché abbiamo finalmente le sedie su cui sederci e il tavolo su cui appoggiare i computer, poi perché mi andava questa visione schermo-bucato-cielo: vedere sventolare i nostri panni stesi sul balcone mi da delle certezze, perché sono sempre i nostri vestiti, gli stessi che mettevamo in Italia, mentre TUTTO il resto è radicalmente mutato.

- Prenotare la fermata sul bus: diverso.
- Il bus: diverso.
- I sapori anche delle cose uguali: diversi.
- La pubblicità del tonno: altro che "si taglia con un grissino"!!! Qui il tonno è orrendamente definito "il pollo del mare". Giuro! Se c'è una cosa che mi ricordo delle lezioni di Economia è che l'offerta dipende dalla domanda (o giù di lì) e a una popolazione che non considera pasto ciò che non contiene carne, come glielo vuoi vendere il tonno se non così?
- Il concetto di "bisogno primario": diverso.
- Il caldo: diverso.
- I sistemi universitario, sanitario e della pubblica sicurezza: diversi.
- Il concetto di pedone: cos'è? Ahhh, ma sono quelle stranissime persone che per ragioni oscure camminano senza macchina? In effetti non li ho mai capiti... Dite che in altri posti sono più diffusi? E che addirittura si dipingono delle strisce bianche sull'asfalto per facilitare e rendere più sicuro il loro passaggio? Cose da pazzi!!!
- Il prezzo degli alcolici: diverso.
- La gradazione alcolica riportata sugli alcolici: non c'è. Non sia mai che a qualche ragazzo di 20 e 11 mesi, armato e al volante di un macchinone da cinque anni, venga in mente di bere una birra proprio scoprendo che è diversa da un superalcolico!
- I piani tariffari: diversi.
- La gentilezza: diversa.
- Il concetto di "bello", "grande", "buono"... : diversissimi.

Ma c'è una cosa più diversa di tutte le altre, un'ebbrezza, che in Italia personalmente non ho mai vissuto: avere un lavoro.
Nessuno mai in Italia mi ha detto: - Vieni, se vuoi lavorare fai pure, dimostrami quello che sai fare e io ti pagherò per questo! - Neanche chi avrebbe potuto e dovuto fidarsi di me, di quello che amavo fare, della mia buona volontà... neanche gratis (è troppo facile dire "che peccato", dopo)!
Questa è in assoluto la cosa più nuova per me: mi fa paura, è impegnativa, ma non è frustrante come passare giornate intere a chiedersi cosa si sta sbagliando nella ricerca di un'occupazione.

To sum up: lavoriamo e studiamo a pochi metri l'uno dall'altra, per e nella stessa istituzione, per e/o con persone che ci apprezzano [(e per quanto mi riguarda, ancora senza un vero perché (a Luca si sa che basterebbe sedersi a un pianoforte per far cadere ai suoi piedi perfino LBJ in persona, buon'anima)]; siamo molto occupati e preoccupati; sentiamo la mancanza di parecchie persone (anche di quelle che non vedevamo tanto spesso); abbiamo molto caldo fuori e molto freddo dentro gli edifici, stiamo spiegando ai nostri stomaci che non è il caso di fare tutte quelle storie (e male che vada c'è sempre il 911); e facciamo la raccolta differenziata, persino in Texas!!!

I gotta go: see you soon!

P.S. ... e come la mia amica scienziata, anch'io starò "in lab", ma senza fare "misure".
P.P.S. I genitori nella web cam sono troppo forti!!!

 



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