Questa, insieme alla sagra
della salsiccia, era la mia festa estiva preferita.
Purtroppo, puntualmente, ogni
pomeriggio di quei cinque giorni, il cielo iniziava a riempirsi di nuvoloni
neri neri, l'aria di un dolcissimo profumo di pioggia, l'orizzonte di lampi, e
così iniziava il temporale, furioso e meravigliosamente breve.
L'acquazzone mi
faceva tribolare, temere che la tanto agognata uscita non potesse avere luogo,
e nello stesso tempo rinfrescava l'aria, e mi faceva sperare di poter uscire
subito dopo la sua conclusione indossando qualcosa di autunnale (chissà perché
risultava sempre parecchio eccitante poter fare sfoggio di un maglioncino di
cotone, o di un giubbino in piena estate)!
Oggi non devo andare da nessuna
parte e sono immersa nell'insano ozio grammichelese fino al collo, vorrei aver concluso qualcosa che
vada al di là dell'auto-nutrizione e dell'aver assistito ad un macabro
spettacolo che vedeva protagonisti una nonna e un topo, invece mi ritrovo con una felpa e una vaga sensazione di insoddisfazione addosso, annusando la pioggia e pensando a un pianista disgraziato, influenzato e un po' esaurito e stasera anche turrito.
¡Mucha mierda, músicos!
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