venerdì 29 settembre 2017

"Accadde oggi"

La sezione "Accadde oggi" di Facebook mi ricorda cose: a volte prive di senso, altre molto belle; mi ricorda avvenimenti e pensieri che avevano molta importanza un tempo e che l'hanno persa tutta, mi ricorda persone, luoghi, ma soprattutto mi ricorda com'ero.

Sei anni fa, alle 17:47 ora italiana scrivevo:
alla ricerca dell'oblio, del girovita, del gas esilarante, del modo per dire no, (preferendo i no ai nulla), delle ragioni senza ragione, e dei frutti da raccogliere da una foresta di fotocopie!
posso dire "che palle"?
che palle!!!
ma la panacea c'è: è brahms <3
Ricordo esattamente tutta l'inerzia di quei giorni, l'immobilità di cui ero artefice e vittima. Anche in certi rapporti ero bloccata nella convinzione che dipendesse tutto da me, il buono e il cattivo tempo, che dovessi fare la prima mossa sempre e comunque. E nel frattempo passavano le ore, mentre mi concentravo su cose completamente inutili, intrappolata in una stanchezza giustificata solo dal lavorio della paranoia. La mia mente si concentrava su come trovare lavoro o meglio come il lavoro avrebbe potuto trovare me mentre, sdraiata sul divano, portavo avanti la cervellotica redazione del mio CV.

Oggi, dopo sei anni, nonostante un paio di cose di cui lamentarmi le trovo ogni singolo giorno, nonostante i tanti bassi che si alternano a qualche significativo alto, sono OK. Ho appena inviato alla commissione della mia tesi di dottorato la proposta di dissertazione. Al suo interno ci sono conoscenze e saperi che mai sei anni fa avrei immaginato di poter avere nella vita; di cui non immaginavo l'esistenza. Ci sono anche errori e tiri da correggere. C'è tutto l'inglese che posso, al momento. Ci sono i risultati di tre anni di smarrimento + crisi + letture + lezioni date e ricevute parole + paure + albe + giustificata stanchezza. Il difficile deve ancora venire, ma tanto, tanto difficile è già passato, e il fatto che la vecchia me non sarebbe mai stata in grado di muovere un passo in questo marasma mi fa sorridere.

Mi sto per immettere in una settimana particolarmente impegnativa, ma non prima di aver fatto man bassa degli episodi disponibili della nuova stagione di Grey's Anatomy, la stessa serie che guardavo da quel divano.

Alla fine sono sempre io, ma senza i sottotitoli.

domenica 10 settembre 2017

Irma la terrorista: I am disappointed big time!

La caffetteria dell'hotel, che in piena bassa stagione ha il pienone di sfollati sfuggiti a un presunto attacco climatico tra i più efferati della storia, è il luogo migliore per condurre uno studio antropologico dal titolo: "Fenomenologia della paura fondata ma anche no". Qui si ascoltano discorsi surreali mentre in sottofondo il notiziario manda in loop servizi con musiche tipo Mission Impossibile, con cronisti che camminano come 007 tra le palme mosse dal vento o sulle acque come Gesù Cristo, giornaliste modello Barbara D'Urso che ti spiegano come intrattenere i più piccoli durante l'uragano (ovvero quando sia il tuo che il loro tablet saranno scarichi e non potrete ricaricarli) e un governatore che sembra il poliziotto Hüber de "Gli svizzeri" ma con alcuni neuroni in meno.

"It's gonna be bad" pensa ad alta voce un signore su uno di quegli scooter elettrici che in Italia si usano perché è passata troppa acqua sotto i ponti e qui perché sono passati troppi hamburger sotto i denti.

"It's gonna be fine" dice una signora per rassicurare una ragazza visibilmente provata dal lungo viaggio che ha dovuto affrontare portando con sé la prole e cose assolutamente indispensabili per la sopravvivenza: 20 scatole di JELL-O, 35 confezioni Eggo My Eggo®, centinaia di litri si Dr. Pepper in bottigliette più piccole possibile, che non voglia iddio che uno inquina un poco di meno così poi la terra non s'incazza, Doritos, Tostitos, Cheetos...

"Key West is gonna be gone" sospira un tizio in pigiama stravaccato sul divano unto coi piedi sul tavolinetto dove avevo poggiato un attimo il mio muffin.

"It's gonna hit ..."
"It's gonna..."

"It's una CAGATA PAZZESCA"!!!

Ora, per carità, capitemi, capiamoci: lungi da me minimizzare i danni che questo uragano ha già fatto e farà (specialmente ai più poveri, a quelli che non possono scappare né per bisogno né per delirio) e neppure la devastazione recata dai suoi colleghi che curiosamente si chiamano spesso come i miei professori di linguistica, ma tra la realtà e la miricanata c'è di mezzo il mare! E intanto in meno di una settimana, tra allarmi, allerte, avvertimenti, #allupollupo, get out, go away, run now, run there, no wait run here... il PIL della Florida è salito più del livello dell'acqua a Miami Beach.

Spero che queste non siano le mie fatidiche "ultime parole", ma resto dell'idea che qualche credito di "Tecnologia costruttiva avanzata e poche chiacchiere I" e "Tecnologia costruttiva avanzata e poche chiacchiere II" non guasterebbero nel vostro very successful curriculum, cari amici a stelle e strisce.