Alla FINE
del nostro girare VOGLIO una libreria!
Sì: chilometri di mensole dove possano trovare collocazione tutti i nostri libri, un
posto unico dove finalmente andare a cercare e - DI SICURO - trovare, senza
pensare “… dove sarà quel libro? A casa dei tuoi? A casa dei miei? Forse s’è
perso durante l’ultimo trasloco”…
Iniziare
dalla fine ha i suoi vantaggi.
Dopo il trasferimento
nella Ridente avevo perso dimestichezza con la Suadente, con i suoi vicoli
rossi e caldi, con i suoi portici dal suolo ondulato, con i sesti acuti, con il
transetto abortito che guarda negli occhi la ragione per cui non è potuto crescere, con la “guagliunera” che riempie-colora-rumora-sporca-arricchisce
il centro, con le torri, le osterie…
La prima
volta che l’avevo vista ne avevo avuto paura: era scura, c’erano gli autobus
urbani e strani ragazzi che bevano birra seduti per terra, cacche di cane
ovunque, e qualcosa mi turbava, anche perché all'epoca la mia era una tranquilla vita di
paese, e andare a trovare mio fratello in quella città era qualcosa di nuovo, e
le cose nuove, per quanto belle, mi inquietano sempre.
Dopo sei
anni mi ci sono trasferita anch’io, e l’impatto è stato ben diverso perché ero
già abituata a stare in città (anche se in una città differente), ero cresciuta
e l’ho apprezzata, sì, ma non quanto l’ho apprezzata una volta che l’ho
lasciata per una questione di “interesse”, né quanto l’apprezzo ora. Bisognava
cominciare dalla fine per riappropriarsi di queste cose, bisognava guardarle
con gli occhi di chi sa che deve lasciarle e - a ritroso - ci sono tornata in
mezzo.
A leggere un
blog si inizia dalla fine: ti avventuri nella lettura dell’ultimo post e se ti
piace procedi a ritroso per scoprire di più. Puoi anche fare dei salti, cercare
direttamente il primo post per comprendere la genesi, ma normalmente è all’indietro
che vai - come un granchio - e diventi amico di chi sta dall’altra parte della
tastiera, come te; che ama le parole, come te. "Cantanti senza pubblico" o super-letti e condivisi, con nonne che assomigliano
alla tua, pieni dei tuoi stessi “io vorrei… non vorrei… ma se vuoi…”, oppure proprio
su un altro pianeta…
Da qualche
parte si deve pur cominciare, anche dalla fine, dai ringraziamenti di una tesi, se necessario:
[…] Dopo aver
ringraziato tutti coloro che, sotto varie forme, hanno dato il nutrimento alla
mia tesi, ringrazio ora, e di vero cuore, coloro che hanno sostentato il mio
corpo finora e che, ahimè, continueranno a nutrirlo finché non potrò vivere del
mio lavoro: i miei genitori G. e S., che si sono fidati di me non ostacolandomi
nello studio e che si sono forzatamente e a malincuore abituati ad avermi
lontana e a dare/avere tanto affetto telefonico. Ringrazio mia
nonna C., attenta fino all’asfissia al mio ritmo di studio e alla mia media; E.,
fondatrice (e unica iscritta) del mio fans-club, “orecchio assoluto” dei miei
lamenti di varia natura e “fornitrice ufficiale di D.”, mio personalissimo yes man;
F. e T., che mi hanno svezzato con odori, sapori, musiche, effetti speciali,
calore umano e altre meraviglie bolognesi… N., con la quale abbiamo superato
ogni distanza fisica per edificare una variopinta casa di cartone mentale dove
ogni mattina ci svegliamo sorridendo e chiacchieriamo sorseggiando caffè.
L.,
comprensiva e sensibile voce della mia coscienza, buona e decisa colonna sonora
e colonna portante dei miei giorni, che con pazienza e amore, tra mille
ramanzine, mi hai fatto superare l’inettitudine e l’inquietudine conducendomi
per mano fin qui [...]
Ma, a volte iniziare dalla fine è un errore fatale: si edificano palazzi pieni di tutto, si chiama l’interiors designer (fa più figo di “arredatore di interni”, no?), ma alla prima botta di vento crolla tutto, e l’interiors designer inciampa sul tappeto persiano, si incastra nell’istallazione postmoderna, gli cade in testa il lampadario di Murano e rimane sotto le macerie perché nella foga ci si era dimenticati un dettaglio: le fondamenta.
E perchè non provare ad iniziare ogni volta dal principio, facendo tesoro delle pregresse esperienze(le fondamenta)? E vivere pienamente ogni nuovo giorno come una nuova fantastica avventura.
RispondiEliminasì, ma che paura però!
RispondiEliminaScusa la maleducazione. MA ho visto che hai il pulsante MIgnolo blu su facebook con il contatore visibile, vorrei fare lo stesso, mi aiuti,
RispondiEliminagrazie Rovinatore
... ti ho risposto su fb...
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