Questo è il 160° post di
MignoloBlu, che poco più di una settimana fa ha compiuto 5 anni.
In questo lustro ne sono accadute
di cose, molte più di quante potessi immaginarne dal mio divano di Imola dove,
immersa nella noia, nell’autocommiserazione e in un autunno già troppo freddo,
scrivevo il mio primo post. Ho iniziato così, perché non avevo niente di meglio
da fare, per scrivere pensieri fugaci su un supporto condivisibile. Poi c’è
stata l’America, e questo si è trasformato in un diario di bordo dove poter
raccontare le stranezze che mi circondavano.
Ne sono cambiate di cose, ma
soprattutto sono cambiata io: il mio spagnolo, il mio inglese, inevitabilmente
i miei rapporti con amici e parenti, ma più di tutto la mia idea del mondo. Nel
2011 mi sentivo aperta e poco incline ai pregiudizi culturali. In effetti, molto
di quello che sono ora lo ero già allora, ma devo ammettere che, quando ho
messo piede negli USA ero intrisa di occidentalismo, ed è buffo che l’abbia
scoperto proprio nel west più west. Ho finalmente capito che per quanto “educato”
e flessibile, il mio sguardo era parziale e che molte nozioni che prima davo
per scontate e consideravo esatte non erano altro che innocenti segni di
ignoranza. Questa crescita mi fa molto piacere, la sto costruendo giorno dopo
giorno, coltivando libro dopo libro, e il fatto che mi si sia spalancato di
fronte un universo di teorie mi confonde, mi incute ansia, ma anche eccitazione. Apprezzavo già l'Europa e la sua storia, ma dovevo venire fin qui per capire bene i suoi errori, specialmente di valutazione e autocompiacimento, i quali, in piccolo, ho perpetrato anch'io nella mia quotidianità.
L’America
ha un sacco di difetti, belli grossi, ma è particolarmente illuminante che proprio
qui io abbia avuto la possibilità di vedere quanti di essi erano
già in me, inconsapevole snob dalla prospettiva privilegiata.